Due passi nella geologia

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DUE PASSI NELLA GEOLOGIA
OGGI E IERI
(recensione dell'articolo all'interno della rivista
a cura del Parco del Po Cuneese
"UN PO D'INFORMAZIONE", n.1 anno 2001)

 

 

LA MATURAZIONE DI UNA IDEA
Scalare in montagna, che passione! Quando un sogno si accompagna ad una forte emozione giovanile, è facile prevedere un suo sviluppo nella vita adulta. Questo il primo pensiero che rincorre il filo del tempo per tornare bambino, a scarpinare con l’immancabile zainetto verde sui sentieri della Valle Maira; fino ad arrivare ai giorni nostri, con lo sguardo che si amplia ad orizzonti più vasti, ma comunque legato alle terre natali. Così, in poche righe, il riassunto di una maturazione che mi porta a raccontare la magia segreta che si nasconde nelle rocce e nella natura fisica: la geologia.Parlando di montagna spesso si pensa alle alte cime, a sport estremi o a eroiche imprese personali riservate per lo più a chi ama confrontare il proprio spirito con l’irraggiungibile. Fortunatamente, con l’esigenza sempre più spinta ad un ritorno alla natura, il concetto di “avventura” è stato molto avvicinato a noi, anche passeggiando lungo le rive di un ruscello o inoltrandoci in un sentiero nel bosco: più lontane le vette, a cui si può giungere con una progressiva scalata a partire dal basso. 

I VOLTI DEL FIUME DALLA PIANURA ALLA MONTAGNA
Inattese scoperte ci attendono nell’esplorare il corso del fiume e le variazioni nel suo tragitto: dai lenti meandri serpeggianti fra le campagne coltivate, le forre incassate scavate nelle incisioni vallive e gli scroscianti ruscelli che nascono in ridenti pascoli alpini, cresce in noi il concetto di “ambiente”, l’insieme di una associazione di animali, piante e morfologie che caratterizzano una determinata area geografica. Sappiamo poi bene che seguendo il fiume verso la pianura, esso porterà inevitabilmente al mare; la sua foce è un ambiente di transizione, un punto di contatto fra due mondi acquatici diversi: quello delle terre emerse con fiumi, laghi e paludi, e quello delle terre sommerse con lagune, mari e oceani.

FOSSILI MARINI IN MONTAGNA?
Pensando agli estremi opposti dei due mondi, nasce spontanea la domanda che nei secoli ha portato gli uomini a un passo da una straordinaria e incredibile scoperta del nostro pianeta: come è possibile che camminando su un sentiero di montagna o scalando le più ardite pareti verticali, talora si incontrano, incastonate nella roccia, splendide conchiglie marine? Bisogna dire che questo esempio purtroppo non è calzante per la Valle Po, dove tali rocce sono pressoché inesistenti; basta però spostarsi nelle valli limitrofe per trovare splendidi esemplari di Ammoniti, Coralli, Nummuliti, Belemniti, Crinoidi e Alghe, per citare i classici fossili marini presenti sulle Alpi Occidentali. 

AMBIENTI GEOLOGICI IN VALLE PO
Altrettanto entusiasmanti appaiono comunque i ritrovamenti tipici della Valle Po, riportati alla luce dalle rocce affioranti. La parte bassa della valle testimonia la presenza di antiche foreste tropicali, cui subentrò nel tempo un deserto torrido con aridi fiumi che sfociavano le loro acque in un oceano in formazione, la Tetide. La parte alta della valle, dominata dal Monviso, era il cuore pulsante di questo oceano: l’imponente dorsale oceanica, una catena montuosa sottomarina costituita da vulcani. Questa dorsale è presente in ogni oceano, in una posizione spesso centrale, come ben si può vedere consultando una carta topografica dell’Oceano Atlantico. 

DOMANDE IN ATTESA DI RISPOSTA...
A questo punto le cose sembrerebbero ancora più confuse: come è possibile che il Monviso si trovasse un tempo nelle profondità oceaniche? Che significato può avere la presenza di un antico continente con un clima tropicale alle nostre latitudini? Quale segreto ci nascondono le montagne, a noi così vicine, ma ancora misteriose?Rieccoci al punto di partenza, paziente lettore: le montagne, viste però da una nuova prospettiva: la Storia della Terra. Oggi abbiamo lanciato insieme il primo sasso; domani, magari, ti scoprirai a raccoglierne un altro fra le tue mani: prova ad interrogarlo, avrà sicuramente una lunga storia da raccontarti…  A cura di Enrico Collo